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Tempo pasquale: ascensione del Signore

Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per la preghiera personale e l’omelia. Sono graditi suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

I - Luca 24,46-53 - 1. La sera della resurrezione Gesù appare a tutti i discepoli e dà loro prova che è veramente risorto (Lc 24,36-43); poi li illumina con una grazia particolare perché capiscano che nell’AT (Lc 24,45) essenzialmente si parla di Cristo (24,44) per preparare alla fede in lui e già si annunciava la sua morte e risurrezione al terzo giorno (46 disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno): tutti i popoli avrebbero ottenuto la salvezza in lui e per lui grazie alla predicazione, che sarebbe iniziata da Gerusalemme (47 e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme). Gesù aggiunge che della sua resurrezione i discepoli saranno i testimoni (48 Di questo voi siete testimoni); affinché siano capaci di portare avanti questa missione, Gesù promette che avrebbe mandato sugli Apostoli lo Spirito Santo, che è la potenza che riceveranno da Dio a Gerusalemme (49 Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto). Gesù in tal modo dà gli ultimi insegnamenti prima di salire al cielo e soprattutto la capacità di valorizzare la Scrittura, la Parola onnipotente di Dio, che annuncia Gesù e la sua opera di salvezza per tutti gli uomini. Lo Spirito Santo è il dono dei doni e Luca lo farà vedere in azione negli Atti degli Apostoli per la nascita e crescita della Chiesa. Accettiamo con fede ciò che dice Gesù; impegniamoci ad approfondire la conoscenza della S. Scrittura e a proseguire la predicazione e testimonianza degli Apostoli; valorizziamo la presenza e l’opera dello Spirito per far crescere il Regno di Dio.

2. Poi Gesù conduce i discepoli verso Betania (sembrerebbe la sera della resurrezione: qui Luca non lo precisa), alza le mani al Cielo e invoca su di loro la benedizione di Dio, i suoi doni - certo il dono dello Spirito (50 Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse). Proprio mentre dà loro la benedizione, viene elevato in alto, al Cielo (51 Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo); con pochissime parole Luca accenna alla glorificazione di Gesù, segno e anticipo e causa della nostra glorificazione futura, che consisterà anch’essa nella risurrezione gloriosa (1Cor 15) e nell’essere rapiti con Gesù al cielo (1Ts 4,17). Mentre Gesù è portato in Cielo, i discepoli si prostrano in adorazione (52 Ed essi si prostrarono davanti a lui); poi tornano a Gerusalemme, con gioia (52 poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia) per l’esaltazione di Gesù e occupano il tempo a lodare Dio nel Tempio (53 e stavano sempre nel tempio lodando Dio). Anche noi siamo nella gioia per la glorificazione di Gesù dopo tutto quello che ha fatto per noi, adoriamolo nella sua gloria e restiamo vigilanti in attesa del suo ritorno alla fine della vita e alla fine del mondo. La sua benedizione, alla fine della fase terrena della sua vita, continua a ottenerci i doni di Dio e in special modo la fedeltà alla sua Parola e la perseveranza nel servirlo per arrivare a condividere la sua gloria nell’eternità.

II - Atti degli Apostoli 1,1-11 – (a) Luca apre gli Atti degli Apostoli, sunteggiando il Vangelo (1-2 Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi 2 fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli). Egli sottolinea che, prima di salire al cielo, Gesù ha dato agli Apostoli molte prove della sua resurrezione e le ultime istruzioni sul Regno di Dio (3 Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio).  Forse gli stessi Apostoli, sentendolo parlare del Regno di Dio, gli chiedono se restaurerà ora il regno d’Israele (6 Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?»). Gesù aveva scelto gli Apostoli sotto la guida dello Spirito (2 agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo), ma non perdiamo di vista che fu concepito per opera dello Spirito Santo ed era pieno di Spirito Santo; perciò in tutto agiva sotto l'influsso dello Spirito: nella sua vita personale (Lc 4,1-2), nell'apostolato (Lc 4,14.18) e nell’operare i miracoli (Lc 5,17), nell’affrontare la Passione e Morte (Eb 9,14) e nella Resurrezione (Rm 8,11); e diventa donatore dello Spirito Santo (At 2,33; Gv 14,26; 15,26; 16,7). Anche i discepoli saranno pieni di Spirito Santo, come Gesù li avverte (4-5 Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: 5 Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo») e faranno apostolato sotto la guida dello Spirito e sostenuti da lui (7 Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, 8 ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra»). Riflettiamo di più sulla presenza dello Spirito in noi, che è il dono del Padre e di Gesù a noi per salvarci e perché collaboriamo con Loro alla salvezza del prossimo; invochiamolo continuamente nelle attività personali e specie di apostolato: senza l’aiuto dello Spirito non esiste attività soprannaturale (e  neanche attività naturale retta). (b) L’Ascensione di Gesù è l'ultima fase della sua glorificazione, che è incominciata certamente con la resurrezione e, secondo S. Giovanni, addirittura con la sua Passione e Morte; essa avvenne mentre gli Apostoli tenevano lo sguardo fisso su di lui, che all'improvviso incominciò a levarsi verso il cielo, mentre una nube lo copriva progressivamente (9 Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi); la nube era un elemento che accompagnava spesso le manifestazioni di Dio e quindi ne rivelava la presenza. Intanto gli Apostoli continuavano a fissare il cielo (10 Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava); allora apparvero loro due angeli in forma umana, vestiti di bianco (10 quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro) e li avvisarono di non continuare a guardare in cielo, perché Gesù era ormai assunto in cielo e lo avrebbero rivisto quando sarebbe tornato con la stessa gloria di ora (11 e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo»). In effetti Gesù tornerà nella gloria alla fine del mondo per giudicare tutti gli uomini, che dovranno riconoscere chi è e che cosa ha fatto per gli uomini. Rallegriamoci della gloria di Gesù: l’ha veramente meritata, mostrandoci il suo amore senza confini. Riconosciamolo già da ora, invece di aspettare la fine del mondo: così gli consentiremo di salvarci e di riempirci di Spirito Santo per la nostra santificazione e per poter aiutare gli altri.

 III - Ebrei 9,24-28;10,19-23 - Il santuario di Dio sulla terra era a Gerusalemme: era stato fatto dagli uomini e vi entrava il sommo sacerdote una volta all'anno con il sangue degli animali (24 santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero; 25 come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui); esso era copia del Santuario del Cielo, che era quello vero (24 santuariofigura di quello vero). Cristo invece è entrato nel Santuario del Cielo, per intercedere a nostro favore (24 Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo…, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore). Egli ha offerto se stesso una sola volta (25 E non deve offrire se stesso più volte), per distruggere il peccato degli uomini (26 Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso; 28 così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti). Così noi siamo liberati dal peccato e il sacrificio di Gesù ci dà anche la piena libertà di entrare nel Santuario del Cielo (19 Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù); Gesù è la via nuova e vivente, che Egli ha aperta per noi, attraverso quel velo che è il suo corpo (20 via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne): in effetti abbiamo adesso un sommo sacerdote a capo del vero Santuario di Dio (21 e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio) e perciò, finalmente, possiamo accostarsi al trono di Dio con cuore purificato dall’acqua del battesimo - o dalle lacrime della penitenza - e con piena fiducia, cioè con fede e speranza (22 accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura). Abbiamo Gesù come nostro sommo sacerdote e in lui dobbiamo riporre la nostra speranza, che si appoggia su promesse sicure, fatteci da Gesù, che è pienamente affidabile (23 Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso). Gesù non ha avuto bisogno di offrirsi più di una volta come avveniva per i sacrifici ebrei, perché il suo sacrificio è perfetto in quanto egli ha versato il suo sangue, e non quello degli animali (26 in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte); oltre tutto Gesù è morto una sola volta come tutti gli uomini (27 E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta), i quali poi si presentano al giudizio di Dio (27 dopo di che viene il giudizio). Gesù tornerà una seconda volta, non per eliminare i peccati, ma per dare la salvezza a quelli che Lo aspettano (28 apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza). Dobbiamo alimentare la fede in Gesù Cristo come Figlio di Dio fatto uomo e redentore, e riporre in lui la nostra speranza, perché ci ha salvati con il sacrificio di se stesso e ci ha aperto le porte del Cielo: lì ci ha preceduti e ci aspetta e ci attira; ci ha fatti membra del suo Corpo e quindi Suo Padre è diventato nostro padre:  possiamo accostarci a Dio con una fiducia senza limiti.

EUCARESTIA. Il Sacrificio di Gesù, che noi rendiamo presente nell’Eucarestia e il Padre guarda con tutto l’amore e gradimento infinito, ci mette in condizioni di incontrare e ricevere il Signore Gesù, che ha patito ed è ora glorificato. Con la Messa ci vengono messi a disposizioni i beni infiniti, che Gesù ci ha meritati, e noi, uniti a Lui, possiamo adorare la Trinità e ringraziarla, espiare i nostri peccati e pregare per ottenere grazie, con la certezza di essere esauditi. Preghiamo la Vergine Maria e  S. Giuseppe, i nostri Angeli Custodi e i nostri Santi Patroni, perché ci ottengano di valorizzare la Messa come sorgente della nostra assimilazione a Cristo.


Mons. Francesco Spaduzzi, francescospaduzzi@virgilio.it                                                                                                                                                                                                     

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