La Lega non può essere considerata una mezza farsa
Caro direttore, Marco Travaglio ha dedicato un suo editoriale al Pd ma ha parlato anche del governo gialloverde. Secondo lui: «…questo governo Frankenstein…ha senso solo come espiazione di tutti i precedenti. Convinti di aver visto tutto il peggio possibile, gli elettori rifiutano i tentativi dei partiti sconfitti di ricondurli all’ovile con nuovi ricatti: tipo “votateci sennò torna il fascismo”, “votateci perché siamo competenti”, “votateci perché siamo cambiati”. Il fascismo era una cosa seria (purtroppo), la Lega è una mezza farsa» (E’ arrivato il conto; Il Fatto Quotidiano, 17/4/2019). Non sono d’accordo. La Lega non può essere considerata una mezza farsa. Storicamente si è passati dagli insulti di Umberto Bossi ai meridionali alle pittoresche esternazioni dello sceriffo Gentilini fino alla dichiarazioni contro l’ex ministro Cecile Kyenge. Ma sono ormai tantissimi gli episodi che oggi vedono i leghisti (e Matteo Salvini in particolare) protagonisti di manifestazioni di razzismo e di discriminazione. E’ quasi impossibile tenerne il conto. Si va dai porti chiusi ai migranti alla richiesta di chiusura dei campi rom, dall’impedimento a mangiare nelle mense scolastiche per i bambini poveri all’opposizione allo ius soli, dall’alleanza con i movimenti razzisti europei alle dichiarazioni sull’estinzione della razza bianca, dai rapporti stretti con Casa Pound alle dichiarazioni contro i gay. E’ vero che la storia di solito si manifesta prima come tragedia e poi come farsa ma mi sembra impossibile considerare farseschi i comportamenti razzisti dei leghisti. Essi sono molto pericolosi soprattutto perché si accoppiano ad un crescente consenso popolare.
Cordiali saluti
Franco Pelella
Pagani