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Cartiera Montoro. La Risposta di Sinistra Italiana e Montoro Bene Comune

Gent. Direttore Solofra Oggi,

avendo seguito come Sinistra Italiana e Montoro Bene Comune fin dall’inizio le vicende della costruenda cartiera nella zona P.I.P. di Chiusa di Montoro, ci permettiamo di rilevare alcune inesattezze nell’articolo pubblicato a firma Mario Martucci e di dare un contributo per una discussione più equilibrata.

Il progetto approvato al MI.SE. per 46,4 milioni di euro , di cui ben 14 a fondo perduto, prevede sul piano occupazionale 90 unità ma, si badi bene come occupazione SALVAGUARDATA/AGGIUNTIVA, il che significa che non si tratta necessariamente di nuovi posti di lavoro. Non solo : se l’articolista avesse letto più attentamente i documenti, cosa non facile, lo ammettiamo, data la mole degli stessi, si sarebbe accorto che le unità lavorative previste nel nuovo stabilimento di Chiusa sono , al massimo della capacità produttiva, solo 25!

Altri due aspetti fondamentali  da valutare in una seria analisi dei pro e contro di un intervento così invasivo sono il fabbisogno idrico e il consumo di suolo. L’impianto , come ricorda lo stesso articolo, assorbe 430mila mc l’anno, pari al fabbisogno di circa 4.500 abitanti. Ebbene il prelievo di tali quantitativi di acqua incide in maniera significativa su un equilibrio idrogeologico già precario , come rilevato paradossalmente negli  stessi documenti a supporto del progetto . Anche l’accostamento con la ex Albatros non ci pare particolarmente calzante, primo perché ben altre erano le ricadute occupazionali dell’azienda , che tra addetti diretti ed indotto riguardava centinaia di lavoratori, secondo perché la suddetta azienda , a volerla dire tutta , è stata tra le più inquinanti del comprensorio, per la mole e qualità di lavorazione svolta

Nello stesso senso , forse ancor più grave, è l’enorme consumo di suolo, fenomeno irreversibile è bene ricordarlo, e lo stravolgimento dello stato dei luoghi dovuto al livellamento del terreno occupato che risulta in pendenza. Su quest’ultimo punto abbiamo osservato con puro buon senso che se si fosse ragionato in prospettiva di distretto industriale (come quello ufficialmente riconosciuto di Solofra-Montoro) lo stabilimento avrebbe dovuto essere logicamente insediato in una delle tante zone dismesse o inutilizzate della zona industriale di Solofra, ma questo richiederebbe una lungimiranza e una capacità politica evidentemente lontana dagli standard dei nostri amministratori locali.

Prima di vantare le magnifiche sorti e progressive della cartiera, come agiograficamente fa l’articolista, inviterei a dare un’occhiata al cantiere dall’alto, per esempio dal Santuario dell’Incoronata, per rendersi conto dell’impatto paesaggistico (su cui andrebbe aperto un capitolo a parte per le anomalie procedimentali) , dell’orribile accostamento dell’opificio alle abitazioni civili poste a pochi metri , tra l’altro con un danno al patrimonio immobiliare irrimediabilmente svalutato, insomma un ibrido urbanistico da portare nelle università come esempio di COME SI SVENTRA INUTILMENTE UN TERRITORIO.

Ci sarebbe molto altro da dire su questa vicenda ma gli spazi di un articolo non sarebbero sufficienti. Bastino queste note per far comprendere che le questioni in campo sono molto più complesse di quanto si voglia far apparire e un intervento con dispiego così enorme di risorse pubbliche, cioè di soldi di noi cittadini, meriterebbe ben altro coinvolgimento democratico .

Grazie dell’attenzione e un cordiale saluto

Per Sinistra Italiana – Montoro Bene Comune

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