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Solofra. L’Asi in cambio dei pozzi, vuole per due volte i soldi delle strade!

I rapporti tra comune di Solofra ed il Consorzio Asi di Avellino, “in un modo o nell’altro” (spesso “nell’altro!”), sono sempre stati sotto lo stesso “colore” politico. Tanta “confidenza istituzionale” ha generato, a iosa, incarichi (politici e non), assunzioni (politiche e non!) nell’ASI e nella SOLOFRA SERVICE SRL, ma anche veri e propri obbrobri che hanno penalizzato, e non di poco, l’economia Solofrana.

L’aver destinato esclusivamente ad attività industriali conciarie la Zona industriale Asi di Solofra, con l’impossibilità di procedere a cambi di destinazione d’uso anche in momenti di forte crisi economica, ha fatto “fuggire” da Solofra, tante attività imprenditoriali non strettamente industriali e non strettamente conciarie. Ecco quanto prevedono, per il solo Agglomerato di Solofra (Titolo II Norme Specifiche Unità di Localizzazione Industriale), le norme Asi di attuazione del 1995: l’art. 7 prevede che (testuale): «Nelle aree di localizzazione industriale sono consentite solo quelle costruzioni attinenti al carattere della zona: insediamento industriale»; l’art. 11 bis prevede che: « …Nelle predette aree oltre all’insediamento delle aziende conciarie da delocalizzare dal centro urbano e che avranno la precedenza, è consentito anche l’insediamento di altre attività industriali di cui al precedente art. 7, nonché di attività collaterale a quella conciaria (laboratori di prodotti chimici; commercializzazioni di detti prodotti; piccole attività artigianali svolgenti fasi di lavorazione del ciclo delle pelli…)». Come si vede, attività industriali diverse da quelle attinenti al carattere della zona (conciarie!), nonché attività collaterali a quella della concia, non sono espressamente vietate dalle norme Asi e nemmeno dalla normativa regionale e statale, via via succedutasi in materia, …tuttavia, il consorzio Asi di Avellino ed i suoi dirigenti, hanno sempre impedito allocazioni di attività imprenditoriali (artigianali, commerciali, di servizio, etc), di tipo non strettamente conciario.  Molti sostengono che dietro questo atteggiamento “protezionistico” non ci sia il nobile scopo di tutelare l’attività conciaria, ma quello di favorire l’attività di locazione di immobili della SOLOFRA SERVICE SRL, in cui trovano indennità, retribuzioni e impiego politici e/o ex politici solofrani e non, e loro fidati collaboratori, al costo annuo lordo di circa 500 mila euro, quando sarebbe bastato affidare il tutto ad agenzie immobiliari, di certo più specializzate e con costi irrisori.

Per non parlare, poi, delCGS” Consorzio Gestione Servizi Scarl, altra partecipata ASI, oggi in liquidazione.

Lo stesso Consorzio Asi, è un Ente anacronistico destinato a morire, tant’è che, ormai, paga regolarmente solo le indennità di carica degli “amministratori”, non dà alcun servizio ed è in perenne crisi economica.

Così, per salvare capra e cavoli (Asi e CGS), con il supporto di Confindustria, si sono inventati un “Protocollo d’intesa per la ripartizione dei nuovi costi a carico delle aziende insediate nelle aree industriali ASI”, estese complessivamente 6.095.159 mq, al costo complessivo di euro 1.473.372,11: la spesa per i servizi ed i relativi costi sono diversi per ogni singola area industriale. Per l’area industriale di Solofra, estesa mq 827.344, il costo complessivo dei servizi è di 176.514,10 euro, pari a 0,22 euro al mq, così ripartito: € 78.831,00 per costo servizi CGS già scontato del 20%; € 7.883,10 per oneri Asi 10% ed € 90.000,00 per manutenzione strade e segnaletica.  Ora, non conosco la situazione delle altre aree Irpine, ma, riguardo a Solofra, non si capisce quali servizi al costo di 78.831,00 euro dovrebbe fornire la partecipata Asi, CGS, che si occupa di depurazione industriale, che ha 74 dipendenti e che nel bilancio di esercizio 2017 ha registrato 13 milioni di debiti e 150 mila euro di perdite al mese. Come tutti sanno, a Solofra, la depurazione industriale è effettuata dalla Cogei srl in virtù di un bando della Regione Campania, ed il CoDiSo spa si occupa della manutenzione delle reti fognarie civili ed industriali: quali altri servizi dovrebbe, allora, svolgere la CGS?

Quanto alle strade Asi solofrane, lo stesso Consorzio Asi, in virtù di apposita convenzione con il Comune di Solofra (delibera G.M. n°181 del 21-10-2016 “Concessione in gestione al Comune di opere acquedottistiche di proprietà ASI”), è stato sgravato, dall’onere di provvedere alla gestione e alla manutenzione dei due tratti stradali di sua proprietà, quale corrispettivo della cessione al Comune di Solofra (Art. 3), della gestione per anni 30 (art.4) di tutte le opere acquedottistiche realizzate dall’ASI a servizio della rete idrica industriale e civile nel territorio del Comune di Solofra con il progetto B0932 (un pozzo in località Scorza e uno a Turci, un serbatoio idrico, etc), con obbligo di  riparazione e ripristino.

Ora, non è dato sapere, a che titolo l’Asi chieda anche alle aziende conciarie solofrane (funzionanti e non!) di contribuire con 0,22 euro al mq per la gestione di servizi inerenti alle strade, che il Comune di Solofra si è già accollato e di cui lo stesso Consorzio Asi – manco fosse una mucca! – è stato espressamente “sgravato” in virtù dell’art. 3 della citata convenzione?

L’Asi, oltre ad aver fatto un colossale affare rifilando ai solofrani vecchi pozzi e vecchie attrezzature idriche, sgravandosi contestualmente, per anni 30, della gestione e manutenzione delle sue vetuste strade, pretende di “essere ulteriormente pagata” anche dalle aziende solofrane per servizi che il Comune si è, già, accollato: così, i solofrani, oltre al “pacco” dei pozzi vecchi, al “doppiopacco” dell’obbligo della manutenzione delle strade, dovrebbero accollarsi anche il ”contropaccotto” del doppio pagamento di servizi non più resi dall’Asi!

Ma questi dell’Asi, … credono proprio che i solofrani siano una vacca da mungere e abbiano l’anello al naso?

mariomartucci

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