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Lo sport preferito dagli italiani è quello di dare a chi sta in alto la colpa di tutti i mali

Caro direttore, rispondendo ad un lettore Corrado Augias ha scritto “Siamo cittadini di un Paese molto corrotto, solo 41° nella classifica della pubblica onestà (fonte: Trasparency International); non sappiamo se questo derivi dai cattivi esempi che scendono dall’alto o da una tendenza generale alla quale chi sta in alto s’adegua” (Fidia, Machiavelli e l’eredità della corruzione; La Repubblica, 30/11/2018). Io propenderei più per la seconda ipotesi e questo non per scagionare dai comportamenti corruttivi la classe dirigente, che ha le sue grosse colpe e che spesso dà esempi devastanti (un nome per tutti: Silvio Berlusconi). Ma perché da moltissimi anni lo sport preferito dagli italiani è quello di dare la colpa a chi sta in alto di tutti i mali di cui soffre il Paese. La cosa grave è che a questa tendenza si è adeguata anche la sinistra (che ha avuto sempre la tendenza a deresponsabilizzare i semplici cittadini e a dare tutti le colpe ai politici, agli industriali, ai burocrati, ecc. ecc.) ma soprattutto si sono adeguate le forze politiche populiste che adesso governano il Paese. Ci si è dimenticati che se gli abusi edilizi e l’evasione fiscale sono fenomeni di massa vuol dire che la corruzione è diffusa in tutti i ceti sociali.  Ci si è dimenticati che ci sono intere aree del Paese che da secoli sono in mano alla criminalità, i cui componenti non fanno parte certo dell’elite (anche se spesso la classe dirigente ha flirtato con essi). Il risultato è che adesso abbiamo un governo che: 1) dà tutte le colpe dei guai del Paese a chi ha governato fino ad ora; 2) promuove condoni edilizi e condoni fiscali; 3) non elabora politiche che supportino gli industriali nel loro lavoro; 4) non promuove interventi seri contro la criminalità; 5) porta avanti politiche deresponsabilizzatrici e potenzialmente corruttrici come il reddito di cittadinanza.
  

Franco Pelella 

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