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Domenica 32 B

Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per l’omelia. Sono graditi consigli e suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni

Tempo Ordinario: Domenica 32B

I - Marco 12,38-40 1. Gesù raccomandava ai discepoli di diffidare dei maestri della Legge ebraica (38 Diceva loro nel suo insegnamento: Guardatevi dagli scribi): a essi piaceva passeggiare con vestiti lussuosi (38 che amano passeggiare in lunghe vesti), e non con quelle normali, provavano molto gusto nel ricevere in piazza da quante più persone possibili i saluti (39 ricevere saluti nelle piazze), che potevano durare ore, perché ciò li rivelava noti a molti; occupavano i posti d'onore nelle sinagoghe e nei banchetti (39 avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti), perché volevano essere ritenuti importanti; inoltre facevano lunghe preghiere agli angoli delle strade e nelle piazze solo per farsi vedere dagli altri (40 pregano a lungo per farsi vedere), e non per dare tempo e onore a Dio; infine erano avidi di denaro fino a portare via alle vedove tutto quello che avevano per mezzo delle loro consulenze (40 Divorano le case delle vedove). Gesù avvertiva i discepoli che queste persone sarebbero state giudicate con estrema severità da Dio (40 Essi riceveranno una condanna più severa), perché facevano il bene per farsi vedere dagli uomini, per ricevere da loro lodi e onori, e non per dare gloria a Dio; in tal modo avevano perso di vista la ricompensa che si dovevano aspettare da Dio. Esaminiamoci, guardandoci dentro, e vediamo se e in che misura ha attecchito dentro di noi questa mala pianta, che ai nostri tempi è diffusissima e ha radici molto profonde. Purtroppo tantissimi vogliono farsi notare a ogni costo e perciò mettono le loro foto dappertutto, assumono gli atteggiamenti più strani, fanno azioni “estreme” per diventare famosi, e arrivano anche ad ammazzare e ammazzarsi pur di far notizia sui giornali e televisione. Dio condanna questa ricerca disperata di ammirazione da parte degli altri, che è una vera malattia psicologica: si tratta della dipendenza dal giudizio degli altri. Noi non dobbiamo desiderare la notorietà e aspettarci gloria presso gli uomini; dobbiamo tenerci solo al giudizio di Dio e alla sua approvazione…; il resto è perdita di tempo.

2. Gesù sedeva di fronte al tesoro del Tempio, dove i fedeli lanciavano nelle trombe le monete che volevano o potevano: i ricchi gettavano molte e preziose monete ed esse emettevano un suono speciale nell’urtare contro il metallo (41 Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte); però Gesù notò una povera vedova, che vi gettò due monetine, le più piccole esistenti (42 Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo), che emisero il suono flebile del metallo scadente, con cui erano coniate; Gesù chiamò i discepoli e fece notare la differenza fra l'offerta minima di quella vedova e le offerte preziose dei ricchi: l’offerta della vedova moralmente valeva tantissimo, più di tutte le altre (43 Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri), perché nella sua miseria aveva dato tutto quello che aveva e  ciò che le era necessario per vivere (44 Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere); le offerte dei ricchi invece rappresentavano per loro solo una parte del superfluo (44 Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo) e non potevano avere che poco valore davanti a Dio. Gesù lodò la generosità della donna nei confronti di Dio e il suo affidamento a Lui. Così dobbiamo fare anche noi: Gesù vuole che abbiamo il cuore distaccato dai beni terreni, che comunque sono doni di Dio, e che li usiamo con generosità verso Dio e il prossimo, e nello stesso tempo vuole che ci affidiamo totalmente a Dio, certi del suo amore per noi.

II - 1Re 7,10-16. Elia è invitato da Dio ad andare a Sarepta di Sidone con la promessa che lì troverà da mangiare presso una vedova (1Re 7,7-9); egli va a Sarepta, nel territorio pagano di Sidone, e incontra una vedova all’ingresso della città (10 Egli si alzò e andò a Sarepta. Arrivato alla porta della città, ecco una vedova che raccoglieva legna). Le chiede da bere (10 La chiamò e le disse: «Prendimi un po’ d’acqua in un vaso, perché io possa bere»); mentre la donna si allontana, il profeta le chiede anche del pane (11 Mentre quella andava a prenderla, le gridò: «Per favore, prendimi anche un pezzo di pane»). La donna però gli risponde che ha solo un pugno di farina con poco olio e ha intenzione di preparare del pane per sé e il figlio, mangeranno e si predisporranno a morire, perché non hanno altro per il futuro (12 Quella rispose: «Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po’ d’olio nell’orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo»). Il profeta la incoraggia a non temere per il suo futuro e a fare quanto ha pensato, ma preparasse prima una focaccia per lui e poi per lei e suo figlio (13 Elia le disse: «Non temere; va’ a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio); le rivela anzi la promessa di Dio: avrà sempre farina e olio fino a quando non finirà la carestia (14 poiché così dice il Signore, Dio d’Israele: “La farina della giara non si esaurirà e l’orcio dell’olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra”»). La donna crede al profeta, come questi aveva creduto a Dio; prepara la focaccia per il profeta e poi per sé e il figlio (15 Quella andò e fece come aveva detto Elia; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni) e probabilmente anche per i suoi parenti per molti giorni, e forse mesi: farina e olio ve ne fu in abbondanza secondo la promessa di Dio a Elia (16 La farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elia). Elia crede a Dio e ripone la sua speranza in Lui e nelle sue promesse e va in territorio pagano per trovare da mangiare presso una pagana; la donna pagana si fida del profeta ebreo e gli crede e ripone speranza nel Dio (Dio tanto diverso dai suoi dei!) di Israele (popolo tanto diverso dal suo!), e obbedisce al profeta. Questa fede nella Parola di Dio dobbiamo alimentare in noi e affidarci a Dio totalmente, convinti che, come Egli non ci ha mai  abbandonati per il passato, così farà per il futuro.

 III - Ebrei 9, 24-29 1 (a) Il sommo sacerdote ebreo entra ogni anno con sangue di animali (25 come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui) nel santuario di Gerusalemme, il santuario terreno, che è fatto da mani d’uomo per opera di Salomone (24 fatto da mani d’uomo) ed è solo copia del Santuario celeste, che è quello vero (24 figura di quello vero). (b) Gesù invece è venuto sulla terra una sola volta quando il tempo fu compiuto e si è offerto una sola volta in sacrificio per annullare il peccato (26 Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso); egli non si è dovuto offrire più volte (25 E non deve offrire se stesso più volte); e, se fosse stato necessario che Gesù si offrisse più volte, doveva incominciare a offrirsi e a soffrire molte volte fin dalla creazione del mondo (26 in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte). Oltretutto Gesù con l'offerta di se stesso non è entrato nel santuario terrestre di Gerusalemme, ma in quello celeste, l'originale e non la copia, e lì si presenta a Dio il nostro favore (24 Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, … ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore). E’ chiaro che è infinitamente più elevato Gesù sommo sacerdote (Dio e uomo) rispetto al sommo sacerdote ebreo (semplice uomo scelto da Dio); infinitamente più fruttuoso è il sacrificio unico di Cristo, che offre se stesso col risultato di espiare i peccati degli uomini, rispetto ai tanti sacrifici del sommo sacerdote ebreo, che offre animali e non espia i peccati; molto più importante è il tempio celeste (il Cielo, il Paradiso, la dimora celeste di Dio), dove entra Gesù per presentare al Padre il suo sacrificio, rispetto al santuario di Gerusalemme. Rinnoviamo la nostra fede in queste realtà; adoriamo, lodiamo, ringraziamo, impariamo a valorizzare per la nostra vita spirituale il sacrificio di Cristo, che rendiamo presente nelle nostre Messe.

2. Tutti gli uomini sono destinati a morire una sola volta e poi sono giudicati da Dio (27 E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio); allo stesso modo Gesù si è offerto in sacrificio una volta per sempre ed è morto per prendere su di sé i peccati degli uomini (28 così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti), ma tornerà sulla terra una seconda volta, non per espiare i peccati, ma per dare la salvezza a quelli che l’aspettano da lui e per i suoi meriti (28 apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza). Moriamo una sola volta e, subito dopo la morte, c’è il giudizio particolare; poi, alla fine del mondo, c’è il giudizio universale: Cristo darà la salvezza ai quelli che si sono uniti a lui per la fede e la carità e darà il castigo agli infedeli. Manteniamoci pronti specie per il giudizio particolare, nel quale sarà decisa la nostra sorte eterna da Gesù, che terrà conto della nostra fede, speranza, carità.

EUCARISTIA. I farisei e gli scribi ci tenevano a mettersi in mostra; Gesù guarda alla sostanza e loda la generosità della vedova povera e il suo affidamento a Dio; rende presente il suo sacrificio in elementi poverissimi come l pane e vino, trasformandoli nel suo Corpo e Sangue, in se stesso. Unendoci a Lui con la fede e la carità, disponiamoci ad assumere come nostro il suo modo di pensare e fare nostre le sue scelte. Chiediamo alla Vergine Maria nostra Madre e a S. Giuseppe, ai nostri Angeli Custodi e Santi Patroni, di sostenerci con la loro preghiera nel nostro impegno di seguire Gesù povero e umile.

mons. Francesco Spaduzzi

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