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Solofra. Il tiglio spettinato

“Il Tiglio spettinato” sembra più una poesia di Giosuè Carducci (non me ne voglia il grande Poeta o gli amanti delle sue poesie) o addirittura una fiaba dei fratelli Grimm, dove in questo caso gli eroi sono i Tigli e gli antieroi, l’uomo. Passeggiando “for Sant’Andrea”, percepisco un profumo così perfetto nell’aria da farmi dimenticare i tosasiepi. Alzo lo sguardo. I tigli. Così costeggio lentamente osservandoli. I due più giovani, piantati circa una ventina d’anni fa, in sostituzione dei vecchi in quanto malridotti e trascurati, riescono a darmi ombra, ed arrivo al terzo. Vi parlo del Tiglio più antico che in questo momento è nella Piazza di Sant’Andrea Apostolo. Da fonti vicine, ha più di 110 anni, probabilmente piantato addirittura verso la fine del XIX secolo. Beh, di ombra non ne vedo ed alzo di nuovo lo sguardo, non sembra un tiglio. Ma sarà andato mica da un parrucchiere? Più che un tiglio, sembra un pioppo o almeno una sua famiglia. La particolarità di queste piante è l’estensione dei rami, buttati qua e là, a destra e a sinistra, riuscendo addirittura a creare una sorta di galleria in collaborazione del suo vicino, tanto da far filtrare frescura, lasciando fuori i raggi solari. Appena arriva il tramonto, le sue foglie si colorano d’oro per coronare il buon lavoro fatto durante la giornata afosa. Tantissimi poeti hanno cantato questa meravigliosa pianta, capace di portare serenità nell’autore e anche di chi legge racconti e poesie. Dunque dicevo, a Sant’Andrea ne è rimasto uno. Il più vecchio è stato testimone di tantissimi episodi. Ha attraversato il Novecento, uno dei secoli più bui della storia, tra guerre, eruzione vulcanica, terremoti. Lui è rimasto lì, ha abbracciato (e lo fa tutt’ora) la frazione di Sant’Andrea, l’ha tirata su col morale, rasserenandola e le è stata vicina. Crescendo ha visto fiorire tantissimi giovani, ha accompagnato nella vecchiaia diverse generazioni! Quanti Tressette ha giocato insieme agli anziani e quante partite di bocce, partite di calcio ha assistito?! Quanti scherzi e risa di giovani ha potuto ascoltare!? Quante processioni e quante recite del Venerdì Santo (dal lontano 1975!) è stato partecipe? E’ cresciuto insieme agli altri due Tigli fino a vederli morire, ed ora sta accompagnando i nuovi nella crescita. Se avesse la possibilità di parlare, mi domando: quanti fatti, misteri, curiosità racconterebbe? Ed ora è lì, trascurato anche lui, dopo che ha fatto tanto per noi l’assistiamo nella sua drastica “capizzonatura”, manifestando, sicuramente, nell’albero una sofferenza. Auguriamoci che presto si possa trovare una soluzione, prima che faccia la stessa fine degli altri due, curandolo nel modo giusto e che possa star lì per altri secoli, in modo da poter raccontare e veder crescere sempre più nuove generazioni. “Il tiglio offre generosamente i suoi segreti, basta aprire il cuore ed ascoltare”.

paolodestefano

 

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