Progetti su progetti quelli elencati dalla giunta Vignola ma che allo stato attuale invece che rappresentare un solido futuro ci proiettano in un mondo immaginario, quasi fantascientifico.
Molti, moltissimi i progetti prima partiti e poi rimasti in standby, idee che hanno portato a conseguenze tutt’altro che positive per il nostro Comune.

Non pochi dubbi sorgono quando il documento parla  di creazione di strutture turistiche in una Città dove anche il diritto allo studio sembra quasi non essere più assicurato con ambienti scolastici in condizioni fatiscenti ma soprattutto in condizioni tutt’altro che sicure.

Un altro esempio di progetto comunale rimasto in “sospeso” è dato dal cimitero della frazione Sant’Agata, anche perché la rivalorizzazione delle frazioni solo pochi mesi fa rappresentava uno dei punti principali della giunta comunale.
Per quanto riguarda quest’ultimo punto inserito nel documento di programmazione 2019/2021 presentato dalla giunta Vignola, il collegamento fra le frazioni con il centro città  costituisce parte integrante del nuovo piano urbanistico comunale (PUC). Ahinoi anche su tale argomento non mancano critiche, infatti, dopo esser stato enunciato con tanta gioia durante la campagna elettorale e presentato al pubblico come la cura contro tutti i mali, il piano non è stato nemmeno calendarizzato per la sua approvazione.

Ed infine il punto fondamentale della nostra realtà industriale il “cambio di destinazione d’uso”, l’unica speranza di sviluppo economico del nostro paese e per le casse della pubblica amministrazione locale, in quanto, con una svolta del genere si vedrebbero nuove attività insediarsi nel nostro territorio ed un passaggio da una situazione “D1” con imposta IMU  incassata attualmente dal Governo centrale, ad una situazione C2-C3-C4 con incasso dell’imposta da parte della P.A. locale.
Sbandierato in campagna elettorale con relativa promessa di realizzazione in 90 giorni dal risultato, anche questo tema non ha ancora avuto concretizzazione.

Il Consigliere di opposizione
Antonello D’Urso