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La difesa di Giorgio Almirante da parte di Vittorio Sgarbi è una causa persa

Caro direttore, Vittorio Sgarbi ha dedicato un suo corsivo alla decisione di Virginia Raggi di annullare l’intitolazione di una strada di Roma a Giorgio Almirante. Ecco quello che ha scritto: “…Giorgio Almirante era un gigante. E in grado di dare lezioni di democrazia e di dignità parlamentare a fascisti e fascistelli inconsapevoli. Semplicemente fu fedele alle sue idee, perché le aveva. «Parce sepultis». Almirante andò ai funerali di Berlinguer. In compenso Indro Montanelli e Giorgio Bocca furono fascisti e antisemiti; e Dario Fo aderì alla Rsi, che qualificava come stranieri «gli appartenenti alla razza ebraica». Pietro Ingrao scrisse un'ode a Mussolini. Non bastava la stupidità mostrata dalla Raggi con l'accanimento in favore dello stadio, inutile vergogna per Roma, a solo vantaggio di speculatori e corrotti. Ora infierisce su Giorgio Almirante, negandogli l'intitolazione di una strada. Miseria umana...” (La Raggi all’ultimo stadio: attacca i morti; Il Giornale, 18/6/2018).

Sgarbi non si smentisce mai riconfermando il suo ruolo di difensore delle cause perse. Perché difendere Giorgio Almirante, un uomo che non si è pentito mai della sua appartenenza alla Repubblica di Salò e della sua adesione al fascismo, è un’impresa inutile. Non significa molto il fatto che Almirante sia andato ai funerali di Berlinguer così come è inutile chiamare in causa Indro Montanelli, Giorgio Bocca, Dario Fo e Pietro Ingrao per la loro adesione al fascismo perché tutti costoro hanno rinnegato le loro idee giovanili, cosa che Almirante non ha mai fatto. Sgarbi avrebbe dovuto plaudire a Virginia Raggi perché si è accorta dell’errore fatto dal consiglio comunale di Roma intitolando una strada ad Almirante ed è corsa ai ripari. Invece l'ha criticata pesantemente perdendo un’altra occasione di stare zitto.
Cordiali saluti

Franco Pelella – Pagani

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