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spunti di omelia per PENTECOSTE B

Non si tratta di “omelia”, ma di riflessioni che vengono dalla meditazione della Parola di Dio e che possono offrire spunti per l’omelia. Sono graditi consigli e suggerimenti per rendere più utili queste riflessioni (mons. Francesco Spaduzzi)

I - Giovanni 15,26-27; 16,12-15 1. Gesù dà indicazioni su chi è lo Spirito Santo, e sulla sua natura e attività: (a) altrove Gesù dice che lo Spirito è mandato dal Padre in questo mondo (Gv 14,26) e qui dice che procede dal Padre (26), cioè ha origine dal Padre, non nel senso che una volta non esisteva e poi ha incominciato a esistere, ma nel senso che da tutta l'eternità è originato dal Padre, come l'acqua della sorgente, che esiste già prima di affiorare alla superficie; ma lo Spirito Santo non procede solo dal Padre come avviene del Figlio; in realtà lo Spirito procede anche dal Figlio perché lo Spirito è mandato da Gesù (26 che io vi manderò dal Padre); e noi concludiamo: Gesù ci dice che il Padre manda lo Spirito e lo Spirito procede dal Padre, allora il fatto che Gesù manda lo Spirito vuol dire che lo Spirito procede anche dal Figlio. E’ il primo mistero da credere, che la Parola di Dio ci propone per la nostra crescita spirituale e che la Chiesa ha sempre ripetuto e proposto alla nostra fede e che noi dobbiamo e vogliamo credere. Il Signore ci conceda di capire e gustare qualcosa in più nella festa della Trinità domenica prossima. (b) Gesù dice due volte che lo Spirito è lo Spirito della verità (26.12), cioè è lo Spirito che rivela la verità, fa conoscere al discepolo in particolare e all'uomo in genere tutta la verità, perché Egli è l'Amore del Padre e del Figlio (del Padre verso il Figlio e del Figlio verso il Padre), giacché procede da entrambi; ora dove c'è amore non ci sono segreti, dice San Tommaso d'Aquino, e quindi lo Spirito sa tutto e rivela tutto tenendo conto delle capacità degli uomini; lo Spirito Santo rivela anche quello che gli uomini non capiscono, perché comunque occorre credere a tutta la Parola di Dio, anche e soprattutto quella che non capiamo, come Maria e Giuseppe (Lc 2,50-52). Siamo nel campo del primo mistero principale della fede cristiana; e d‘altronde non possiamo capire tutto di Dio, perché egli è infinito e noi siamo limitati. (c) Gesù spiega che il Figlio riceve tutto dal Padre e tutto quello che il Figlio ha gli viene dal Padre ed è del Padre (15 Tutto quello che il Padre possiede è mio); e quindi lo Spirito, che procede dal Padre e dal Figlio, prende da ciò che è del Padre e del Figlio (14 perché prenderà da quel che mio; 15 per questo ho detto che prenderà da quel che è mio). Perciò Gesù aggiunge che lo Spirito lo glorificherà: in effetti lo Spirito prende da ciò che il Figlio ha ricevuto dal Padre, e quindi dà gloria al Padre e al Figlio con questa forma di “dipendenza”, che tale non è perché le Tre Persone sono perfettamente uguali. In effetti questo proclamiamo nel Credo con le parole: procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato. Credo, adoro il mistero e ringrazio per la rivelazione. E voglio riflettere e contemplare, ammirare e gioire, con la gioiosa speranza e certezza di capire di più in paradiso.

2. Gesù ha affermato che lo Spirito prende da Lui ciò che è suo (14-15), e annunzia ai discepoli di Gesù esattamente quello che prende da Lui (14 ve lo annuncerà; 15 e ve lo annuncerà); da Gesù lo Spirito prende la verità intera, perché Gesù è la verità (Gv 14,6), e dirà tutto ciò che ha ricevuto (13 Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito): egli guiderà i discepoli alla verità intera (13 vi guiderà a tutta la verità); in questa sua rivelazione ai discepoli, lo Spirito testimonierà di Gesù (26 egli darà testimonianza di me), dicendo loro che è il Figlio del Padre, è vero Dio e vero uomo, è  il Messia, solo in lui c'è salvezza, è il giudice universale; in tal modo lo glorificherà (14 Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà); e tutto questo rientra nella sua missione di annunciare le cose che avverranno in futuro e che solo la Trinità conosce (13 e vi annuncerà le cose future). Lo Spirito, oltre a parlare di Gesù ai discepoli, li abiliterà anche a parlare di Gesù agli altri; in effetti essi attesteranno ciò che hanno visto e udito di Gesù (27 e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio). Gesù non ha potuto rivelare tutto ai discepoli a causa della loro incapacità spirituale (12 Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso), ma lo Spirito completerà la rivelazione delle cose necessarie alla salvezza. Noi dobbiamo accogliere la testimonianza dello Spirito Santo attraverso la predicazione degli Apostoli di allora e della Chiesa di oggi.

II - Atti degli Apostoli 2,1-11 1. Cinquanta giorni dopo la resurrezione di Gesù, Apostoli e discepoli si trovavano riuniti nel Cenacolo (1 Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo). Ci furono manifestazioni straordinarie, che erano avvenute nel passato quando Dio si era reso presente e visibile in qualche modo: si sentì un rumore dal cielo come quando tira un forte vento, che riempì il Cenacolo (2 Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano); inoltre apparve, forse, un globo di fuoco, che si separò in tante lingue, che si posarono su ciascuno dei presenti (3 Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro): era un segno esterno dello Spirito Santo, che riempì i singoli presenti; questi cominciarono a parlare varie lingue, differenti dalla propria, a seconda di come lo Spirito dava loro modo di esprimersi (4 e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi). Si trattava di lingue ben comprensibili ai tanti uomini religiosi di differenti gruppi linguistici, provenienti da tante parti del mondo allora conosciuto, che si trovavano presenti a Gerusalemme per la festa di Pentecoste; molte persone sì radunarono presso il luogo, da dove proveniva il rumore, e si turbarono perché non sapevano cosa pensare del fatto che li udivano parlare nella propria lingua (6 A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua). Le persone erano piene di meraviglia e di stupore (7 Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia) nel constatare il fatto che udivano dei Galilei annunciare nella propria lingua le grandi cose che Dio aveva operato (11 e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio). Dio nell'Antico Testamento si era manifestato con segni visibili individualmente a Mosè (Es 3,1-6) e poi comunitariamente al popolo ai piedi del Sinai (Es 19,16-25); ora lo Spirito Santo si manifesta ai discepoli di Gesù e agli Ebrei in modo visibile e “rumoroso”. Egli agisce nei singoli, che vengono trasformati interiormente: per es. gli Apostoli sono trasformati da timorosi in coraggiosi e abilitati a parlare in lingue per aiutare la folla a credere. Credo che è lo Spirito Santo, che si manifesta, e all'amore di Dio, che realizza queste cose, per facilitare la fede. Credo che lo Spirito Santo opera la salvezza dei singoli, trasformandoli interiormente e rendendoli capaci di testimoniare Cristo per portare altri alla salvezza (Gv 15,26-27; 16,12-15). Chiedo la continua venuta dello Spirito in me

2. (a) Vengono nominate persone di varie popolazioni dei dintorni del Mediterraneo orientale, pressappoco da est a ovest con al centro la Giudea (9-11Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, 10della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, 11Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi), per indicare la totalità della terra abitata (5 Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo). Ognuno di loro li sente parlare nella loro lingua materna (8 E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa?), nonostante i predicatori siano tutti Galilei (7 dicevano: Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei?), e annunziare le grandi opere di Dio (11). La dispersione dei popoli, realizzatasi a Babele, viene ricomposta con la venuta dello Spirito, che consente ai vari popoli di intendersi di nuovo, di comunicare fra di loro, di realizzare di nuovo la comunione nell'unico Spirito e grazie a Lui. L'unione fra i discepoli si realizza grazie all'unica fede in Cristo e all’attività dello Spirito Santo. Chiediamo questa unica fede e la docilità alla guida dell’unico Spirito. (b) La venuta dello Spirito, 50 giorni dopo la Risurrezione di Gesù e 10 dopo la sua Ascensione, realizza la promessa del dono dello Spirito, fatta nell'Antico Testamento e ripetuta da Gesù nel Nuovo Testamento, e significa che lo Spirito è frutto dell'opera redentrice di Cristo. (c) Questo stesso Spirito, ricevuto in modo miracoloso dagli Apostoli e dagli altri presenti nel Cenacolo, viene dato agli uomini in via ordinaria con la fede nella Parola, col battesimo, col pentimento dei peccati e la conversione e ha come effetto la vita nuova dei credenti. (d) La venuta dello Spirito è frutto delle promesse di Dio e di Gesù, ma anche della preghiera di Maria e degli Apostoli, che per 10 giorni, dall’Ascensione alla Pentecoste, stanno a supplicare che si realizzi la promessa. Dovrebbe essere normale far precedere il ricevimento dei sacramenti in genere e in particolare del Battesimo e della Cresima e dell'Ordine da preghiera intensa e prolungata per prepararsi con serietà a ricevere il dono dello Spirito. Ma anche tutti i sacramenti danno lo Spirito, e quindi occorre prepararsi bene per riceverli; speciale attenzione meritano la Confessione e l'Eucaristia, che sono i sacramenti, ai quali ci possiamo accostare con più frequenza, e anche quotidianamente. La preparazione deve servire per migliorare le disposizioni interiori di fede, speranza e carità, pentimento, indispensabili per ricevere bene ogni sacramento.

III - Galati 5, 16-25 1. San Paolo contrappone due realtà, che sono dentro l'uomo: la carne, cioè le tendenze al male, che hanno il loro centro nell'egoismo, e lo Spirito Santo, che abita in noi, quando stiamo in amicizia con Dio, dal battesimo in poi. Per capire che cosa San Paolo intende con la parola “carne”, partiamo dalle opere della carne (19 Del resto sono ben note le opere della carne), i frutti, le azioni di quelli che si abbandonano alle tendenze cattive, all'egoismo in particolare. Essi sono i disordini nel campo della sessualità (19 fornicazione, impurità, dissolutezza; 21… orge e cose del genere), non rispettando il fine stabilito da Dio per essa, che sono l'amore reciproco e la procreazione responsabile nella comunità di vita, dopo aver ricevuto il sacramento del matrimonio; i peccati contro l'amore verso il prossimo, che si manifestano con la mancanza di accordo, di armonia, di apertura di cuore verso la diversità di idee e di cultura, ecc. verso tutti gli uomini (20-21 inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, 21 invidie); i disordini nel cibo e nelle bevande (21 ubriachezze) e la superstizione (20 idolatria, stregonerie); tale elenco non è completo e bisognerebbe integrarlo anche con Rm 1,29-31; 1Cor 6,9-10, e altri testi biblici; quelli che commettono queste cose sono esclusi dal Regno di Dio (21 Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio). Perciò San Paolo esorta a non abbandonarsi alle tendenze cattive (16 e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne) e anzi a impegnarsi ad ammazzarle per tre motivi: perché siamo di Cristo (24 Quelli che sono di Cristo Gesù hanno  crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri) e perché sono contrari ai desideri dello Spirito Santo (17 La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne), e inoltre perché portano la divisione dentro di noi, facendoci fare il male che non vogliamo e impedendoci di fare il bene che vorremmo fare (17 queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste; cfr 1Cor 2, 14; Rm 8,1ss; Rm 7). Esaminiamo il nostro passato e il nostro presente e chiediamo perdono per i peccati passati e per le debolezze presenti: per quanto possiamo essere pieni di amore di Dio e del prossimo, non siamo esenti dalla pesantezza della carne. Supplichiamo di avere molte grazie di Dio per lottare contro il male, che è in noi, e vincerlo; stiamo attenti a non lasciarci confondere le idee dalla mentalità mondana e valorizziamo una buona direzione spirituale.

2. Chi si lascia guidare dallo Spirito Santo, sia che per esso si intenda la terza Persona della Trinità o l'anima dell'uomo, che è illuminata e fortificata dallo Spirito Santo, vede fiorire nella sua vita le virtù più belle, che rivelano la Vita Divina, che viene vissuta dalla persona: Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (22). Paolo osserva che chi vive così, cioè si lascia guidare dallo Spirito Santo, è ormai anche libero dalla Legge ebraica (18 Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge), la quale aveva valore e funzione finché non veniva dato lo Spirito Santo. In effetti le opere, che corrispondono ai suggerimenti dello Spirito, sono immensamente superiori a quelle che può suggerire la Legge mosaica (23 contro queste cose non c’è Legge). Di qui l’invito ai fedeli, provenienti dall'ebraismo e dal paganesimo, a vivere la propria vita sotto la guida dello Spirito Santo (18 Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito), se in essi c’è la Vita che viene dallo Spirito (25 Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito). Vita già da Paradiso sarebbe la nostra vita sulla terra ci lasciassimo guidare dallo Spirito, secondo la Vita divina, che Egli ci ha comunicato nel battesimo e ci ha restituito nella riconciliazione e che noi alimentiamo con l'Eucaristia e la preghiera e l’osservanza dei comandamenti. Se tutti ci lasciassimo a guidare dallo Spirito, le comunità familiari, locali, nazionali, avrebbero una vita comunitaria ben diversa da quella che attuale.

EUCARISTIA.  Nella Messa lo Spirito completa la rivelazione di Gesù con la lettura della Parola e la sua predicazione e viene per trasformare il pane e vino nel Corpo e Sangue di Cristo e per abitare nel cuore di chi ricevere tale Corpo e Sangue. Supplichiamo Maria e Giuseppe, gli Apostoli e i Santi riuniti nel Cenacolo, perché vengano ancora oggi a pregare con noi per ottenerci il dono dello Spirito, in modo che ne siamo trasformati (mons. Francesco Spaduzzi)

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